Nelle regioni italiane la media dei tamponi effettuati e processati quotidianamente per individuare chi abbia contratto il coronavirus è ancora insufficiente. L’eccezione è quella della Regione Veneto, che ha adottato un efficace metodo per la determinazione di oltre 20mila tamponi al giorno per individuare i soggetti infetti, asintomatici e sintomatici.
Per il contenimento dell’epidemia virale, sarebbe auspicabile uno screening di massa della popolazione italiana sia attraverso la determinazione delle specifiche immunoglobuline presenti nel siero di ciascun individuo venuto a contatto con la malattia sia per la definizione, attraverso il tampone, della definitiva conferma di positività all’infezione.
Con il Decreto legge del 9 marzo 2020 è stata opportunamente allargata la sfera delle assunzioni straordinarie e della revisione del fabbisogno di personale anche per tutte le professioni sanitarie, onde per cui occorre dare attuazione sia alle assunzioni a tempo determinato sia a quelle a tempo indeterminato. Queste ultime potranno realizzarsi attraverso lo scorrimento delle graduatorie di idoneità già disponibili presso le aziende sanitarie locali oppure con la rapida indizione di appositi concorsi per implementare la pianta organica di personale di laboratorio. Anche la rete delle duemila strutture pubbliche accreditate non statali può e deve essere messa al lavoro. Sono circa 100 milioni i test sierologici che andranno eseguiti oltre ai tamponi di conferma. Senza l’espletamento di questo lavoro in tempi rapidi, appare aleatorio il ritorno alla normalità.
I biologi stanno dando un contributo, seppur poco evidenziato dagli organi di stampa, decisivo al contrasto della epidemia virale. Ancor più potrebbero fare se fossero maggiormente presenti all’interno del Sistema Sanitario Nazionale in numero adeguato alle necessità per la versatile capacità professionale che li contraddistingue.
Faccio, dunque, appello al Governo, al Ministro della Salute e al Ministro dell’Ambiente affinché la categoria professionale dei biologi venga adeguatamente utilizzata creando una valida rete di protezione epidemiologica ed ambientale.
Sen. Dott. Vincenzo D’Anna
Presidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi