Coronavirus, dove ha sbagliato l’Italia? Col senno di poi è facile dare giudizi. Eppure è doveroso iniziare a fare delle analisi. Seppure nel pieno rispetto di quanti, a vario titolo, stanno ancora combattendo questa grave epidemia. In Italia sono decedute, al momento in cui si scrive, quasi 30 mila persone da Covid-19. Il numero delle persone contagiate ha superato abbondantemente le 200 mila unità. La Lombardia si è trovata ad affrontare una situazione sanitaria da guerra. Che cosa non ha funzionato? Cosa si poteva fare meglio e non è stato fatto? Perché l’ondata è stata così grave e travolgente? Sono le domande che si fanno di milioni di italiani. Lo abbiamo chiesto al Presidente dell’Ordine dei Biologi Vincenzo D’Anna. L’intervista esclusiva di Herald Italia.
I biologi e il coronavirus
Presidente, qual è il rapporto tra un biologo e il coronavirus? ” Il biologo ha importanti competenze in materia di virologia. Questo contrariamente a quanto la gente possa credere. Il biologo può selezionare il virus, effettuare l’identificazione del genoma, andare ad analizzare il materiale virale. Che in questo caso è di Rna. Ovviamente rileva con indagini analitiche la presenza del virus, con il cosiddetto tampone. Che altro non è che una sonda, che contiene la copia opposta di questo filamento di Rna, successivamente amplificata è rilevata. Poi ci sono tutta una serie di altre attività importanti poste in essere dai biologi. Fino alla ricostruzione Epidemiologica e Filogenetica dei flussi virali, una specie albero genealogico, che ci fa comprendere da dove il virus è partito e come si sia modificato nel tempo . Andare a rintracciare il cosiddetto Paziente 0.”
La sovraesposizione dei “virologi”
Eppure i biologi si vedono pochissimo in tv, nonostante l’importanza del loro lavoro. “Ha ragione. Si lamentano di questo molti colleghi e mi lamento io. Tenga conto che i biologi iscritti all’ordine sono circa 50 mila. I medici iscritti all’ordine ne sono circa mezzo milione. Gli infermieri ancora molti di più Sono categorie che hanno un peso politico molto più alto di quello dei biologi. Siamo peraltro una categoria giovane . Sono appena due anni che siamo stati inseriti all’interno delle professioni sanitarie, grazie ad una legge che io stesso ho perorato prima come deputato e poi come senatore.”
Coronavirus, dove ha sbagliato l’Italia
Abbiamo varato i provvedimenti più restrittivi. Siamo entrati prima nell’emergenza e ne stiamo uscendo dopo. Dove ha sbagliando l’Italia? “Nella qualità di presidente dell’Ordine dovrei darle una risposta diplomatica (scherza n.d.r.). Le rispondo da semplice biologo e osservatore. Purtroppo sono stati commessi molti errori. Quanto e se questi errori erano effettivamente evitabili non lo posso stabilire io. Premettendo però che col senno di poi sono tutti bravi a dare giudizi. Ora che la situazione è più chiara è facile parlare. Anche se c’è chi alcune cose le ha dette dall’inizio.”
Cioè? “Il primo errore a mio avviso è stato quello di non voler ascoltare gente come Giulio Tarro o come Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, oppure Maria Rita Gismondo del Sacco di Milano. Quando ci avevano avvertiti che ci trovavamo in presenza di due diverse epidemie e due diverse categorie di virus. Diversi da quello che l’equipe di Maria Capobianchi aveva già isolato allo Spallanzani di Roma. Il cosiddetto virus cinese presente nella coppia di turisti cinesi ricoverato che erano portatori del virus di provenienza dalla Cina.
Il virus si è diffuso per oltre un mese al nord in maniera incontrollata
“C’era invece un altro virus, cosiddetto autoctono, che io ebbi a definire ‘padano’, attirandomi le ire di molti soggetti politici, come se fosse una forma di discriminazione. Tutt’altro. Lo definivo padano perché girava nel territorio della pianura padana molto tempo prima che arrivasse il virus cinese. Cosa che poi è stata dimostrata dallo stesso Istituto Superiore di Sanità, quando ha isolato in tre pazienti di Codogno dei virus che all’analisi del genoma si sono manifestati diversi dal Covid-1 e Covid-2 (la mutazione de virus cinese nei due pazienti dello Spallanzani). Adesso è una notizia pacifica.”
Molti in questa emergenza hanno acquisito una grande notorietà
“Anche quelli che in un primo momento hanno duramente contestato Tarro e la dottoressa Gismondo, adesso si attestano sulle loro posizioni. C’è chi in questa emergenza ha acquisito una grande notorietà televisiva, al cospetto della normalità scientifica di cui sono portatori. Perché molti di questi sovraesposti non hanno scoperto niente. Questo non va a loro disdoro ma il piglio di lanciare anatemi e distribuire patenti di ortodossia scientifica è francamente intollerabile. Alla fine, sappiamo tutti che alcuni di questi personaggi ancora sovraesposti avevano già sbagliato clamorosamente le loro previsioni.”
Coronavirus, dove ha sbagliato l’Italia? La tesi all’inizio inascoltata delle due Epidemie
“Mentre alcuni personaggi sovraesposti agli inizi di febbraio parlavano del virus cinese, dicendo che non c’era pericolo in Italia, altri studiosi lavoravano all’identificazione dell’epidemia interna. Tarro lo ha affermato dall’inizio come ipotesi scientifica. Sosteneva che c’erano due epidemie. Una interna e una dalla Cina. Quella cinese era più facile da controllare, verificando e bloccando l’ingresso di merci e persone. Chiaramente anche il virus autoctono probabilmente viene dalla Cina. Su questo ci sono le responsabilità della Cina, che non ha avvertito quando era in tempo.”
Il virus quindi si è diffuso incontrollatamente per circa un mese. “L’epidemia interna, quella che si è diffusa nel nord dell’Italia, stava invece diffondendosi in maniera incontrollata. Il fatto che il nostro sia un altro virus, in effetti, è passata molto sotto traccia. E non parliamo di una cosa trascurabile. Un virus che cavalcava in quei luoghi già qualche mese prima dell’emergenza, pensi quante centinaia di migliaia di persone ha infettato prima che si prendessero provvedimenti. Così gli asintomatici hanno distribuito il virus in buona parte del nord Italia.”
Coronavirus, dove ha sbagliato l’Italia? Le ragioni della catastrofe in Lombardia
Presidente D’Anna, alla luce delle sue dichiarazioni si spiega meglio ciò che è successo in Lombardia. “È chiaro che questa situazione incontrollata, ha fatto in modo che migliaia di persone contemporaneamente si siano rivolte al sistema sanitario. Ecco spiegata la catastrofe. Perciò tutto è andato in tilt. Nessun sistema sanitario al mondo avrebbe retto. Perché è una sanità di guerra, non di pace. Se a un virus come questo gli dai più di un mese di tempo ti infetta in maniera silente anche un milione di persone. Ed è quello che è successo, considerando gli asintomatici. Quindi il primo grave problema è stato dare tempo a questo virus di infettare il nord Italia.”
Coronavirus, dove ha sbagliato l’Italia? Il problema delle autopsie
Qual è stato invece l’altro problema? “Un altro grave problema riguarda le mancate autopsie. Si è preferito incenerire i corpi, ancorché è pacifico che il virus viva in cellule vive e non morte. Sarebbe bastato tenere i corpi in isolamento per 6-8 ore e procedere ad autopsia. Per accorgersi di cosa? Se noi avessimo eseguito le autopsie come si conviene per un morbo non conosciuto, avrebbe capito subito che i decessi non avvenivano per insufficienza respiratoria. Portata dalla polmonite bilaterale interstiziale. Ma la vera causa dei decessi è una trombosi vasale diffusa.”
“Questa trombosi è dovuta ad una iper-infiammazione che il virus produce. Che non è stata curata per molto tempo. Molti medici cinesi ci avevano detto che alcuni anti-infiammatori sfavorivano il virus. Se tu ha pazienti 8-10 giorni con febbre alta senza curarli, si crea uno stato infiammatorio che produce citochine, che danno luogo ad una coagulazione intra-vasale diffusa che porta alla morte i soggetti. Portare semplicemente aria ai polmoni attraverso i respiratori automatici era perfettamente inutile. Perché arrivava l’aria e non più il sangue.”
Quindi la svolta c’è stata quando abbiamo capito come curare i pazienti? “Questo è stato compreso quando all’Ospedale di Bergamo, in preda all’emergenza assoluta, inaudita altera parte si sono messi a fare le autopsie. Per dare onore al merito, due precedenti medici avevano preceduto questi referti. Uno è Paolo Ascierto attraverso il farmaco anti-artite (il Tocilizumab). Un altro il cardiologo dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna Francesco Saia, che ha messo in rete delle relazioni dove facevano notare che i decessi erano dovuti a fatti cardio-circolatori. Le perizie delle autopsie hanno confermato tutto questo e abbiamo cambiato il tipo di cura. Abbiamo iniziato a dare anti-infiammatori a tutto spiano. Abbiamo dato dell’eparina a basso peso molecolare, per scoagulare il sangue. Ora la gente la stiamo curando a casa. Per questo sono diminuiti i ricoveri e le terapie intensiva. Curiamo i pazienti efficacemente.”
Coronavirus, dove ha sbagliato l’Italia? La Lombardia andava chiusa prima
“Quanta gente si sarebbe salvata se lo avessimo capito prima? Quante migliaia di persone avremmo salvato se avessimo chiuso la Lombardia anche 10-15 giorni prima? Se avessimo somministrato eparina e anti-infiammatori un mese prima. Certo col senno di poi è facile. Ma questa è la realtà. Tarro (chi è Giulio Tarro) non è l’ultimo arrivato e lo aveva detto. Brusaferro non è l’ultimo arrivato ed era giunto prima di molti a queste conclusioni. Abbiamo ascoltato chi continuava a dire che il virus in Italia non si sarebbe diffuso. Anche se poi si sono scusati. Io stesso ho dovuto fare delle querele perché mi hanno insultato dopo aver detto che Tarro aveva ragione.”
Le prospettive per il futuro
Presidente, al netto di tutto questo, quali sono adesso le prospettive? ” Ora c’è il problema del futuro. Il vero rebus è come identificare gli asintomatici e i pauci-sintomatici. Nove su dieci persone che ha il virus non se ne accorgono e lo trasmettono ad altri. Per questo gli screening di massa sono fondamentali. Almeno riguardo determinate comunità o categorie. Se io e lei abbiamo avuto il virus, siamo guariti e non ce ne siamo accorti, cosa ci facciamo chiusi in casa?”
La questione delle cure per il coronavirus
“L’altra questione riguarda la cura. Dove stanno utilizzando i sieri delle persone guariti si hanno fenomeni eccezionali di guarigione. Accade a Monza e a Bolzano. Ci sono le relazioni. Con l’immissione di questi anticorpi le persone in 48-72 ore guariscono. Per non perdere altro tempo prezioso, occorre accelerare su questo.”
Cosa ci dice in merito al vaccino? Tutto il mondo sembra attenderlo… “Tutti si accalcano sul vaccino, ma lo vogliono vendere. Nessuno lo vuole regalare all’umanità. In ballo ci sono miliardi. La sieroterapia costa zero. Su questo bisogna riflettere.”
In Estete il virus potrebbe sparire
Una prospettiva per l’estate, è vero che il virus potrebbe sparire? “In inverno il virus riesce a stare per più tempo sulle superfici, con il caldo riesce a starci pochi secondi sotto i raggi ultra-violetti. Il sole opera una fase di disinfestazione naturale delle superfici. Quindi è possibile che il virus in estate dovrebbe sparire. Certo, non è una certezza scientifica e alcuni non sono d’accordo con questa affermazione. Ma mi permetto di dire che le possibilità che sparisca d’estate sono elevate. Il problema è la ripresa. La sfida sarà capire chi di noi sia stato affetto dalla malattia e ne sarà guarito.