In uno studio pubblicato il 13 dicembre 2020 sull’International Journal of Enviromental Research and Public Health, gli scienziati Mauro Minelli e Antonella Mattei hanno spiegato che è l’esposizione al PM2.5 (comunemente definite “polveri sottili“) fa sviluppare al corpo umano la proteina ACE2 che “diventa una sorta di serratura per il virus e soprattutto per la sua azione nociva sull’organismo”. Per questo in altre zone inquinate d’Italia, come Taranto, ma con bassi livelli di PM2.5, la diffusione non è stata così massiccia come in Lombardia e Veneto, dove invece questi livelli sono più alti
La proteina che protegge l’organismo dai danni delle polveri sottili (precisamente il PM2.5) è la stessa che favorisce l’azione dannosa del Sars Cov-2. È quanto sostiene lo studio portato avanti da Mauro Minelli, immunologo e visitor professor di immunologia clinica nell’Università di studi Europei “J. Monnet“, con la dottoressa Antonella Mattei, ricercatrice di Statistica Medica presso il Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università degli Studi dell’Aquila.
Nello studio si legge che “gli individui permanentemente esposti a livelli medi o alti di PM2.5 sviluppano, per una alta espressione di ACE2, una sorta di automatica protezione contro l’infiammazione polmonare prodotta da PM2.5 per la micidiale composizione chimica di questa miscela di microinquinanti. Tale particolarità, tuttavia, può non risultare del tutto utile e vantaggiosa nel caso in cui, come accade col Covid-19, il virus responsabile della malattia utilizzi proprio l’ACE2 come recettore della internalizzazione cellulare. Dunque, ACE2 è la ‘serratura’ attraverso la quale il Covid ‘inganna’ la cellula umana, penetra al suo interno, la infetta e, conseguentemente, innesca tutto il processo patologico che caratterizza il quadro clinico”.
Non è, quindi, l’inquinamento atmosferico generalmente inteso una delle cause della maggiore incidenza dell’infezione sulla popolazione mondiale, ma gli effetti dell’esposizione delle persone al PM2.5.
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