Dal 27 maggio all’11 settembre la mostra “Il piccolo Principe. Giuseppe Sanmartino alla Reggia di Caserta“. L’esposizione è realizzata con il contributo degli Amici della Reggia e allestita nella Cappella Palatina del Palazzo Reale.
La mostra prende le mosse dal rinvenimento, nei depositi del Complesso vanvitelliano nei primi mesi del 2021, del ritratto in marmo di un neonato a grandezza naturale opera di Giuseppe Sanmartino, identificato con il Real Infante Carlo Tito di Borbone, primogenito maschio del re Ferdinando IV e di Maria Carolina d’Austria.
L’opera, sulla quale sono state condotte rigorose ricerche, fu realizzata su impulso della regina Maria Carolina che, come voto di grazia per aver dato alla luce nel 1775 il maschio che avrebbe assicurato la continuità dinastica dei Borbone sul trono di Napoli, commissionò un ritratto a grandezza naturale del neonato Principe Carlo Tito al primo scultore del Regno, Giuseppe Sanmartino, il noto autore del Cristo Velato della Cappella Sansevero. Il ritratto fu poi tradotto in argento per essere dedicato a San Francesco di Paola, santo al quale la regina era particolarmente devota. Perduto I’ex voto in argento, gli studi su Sanmartino, pur registrandone l’esistenza, hanno considerato perso anche l’originale ritratto. Oltre che dal raffronto stilistico con altre opere dell’artista, come gli angeli reggicortina del monumento funebre a Filippo di Borbone in Santa Chiara o quelli che compaiono accanto al cardinale Agostino Sersale nel suo monumento dedicatorio nel Duomo di Napoli, realizzati in quegli anni, l’attribuzione della scultura a Sanmartino trova conferma negli inventari postunitari della Reggia di Caserta. Questi, accanto alla descrizione come Putto dormiente, riportano proprio il nome del maggiore scultore napoletano della seconda metà del Settecento.
L’oggetto risulta presente nelle collezioni della Reggia di Caserta almeno dal 1879. Gli studi iconografici hanno indotto a escludere che possa trattarsi di un putto o del Bambino Gesù e che debba più correttamente identificarsi con un bambino dormiente, ispirato all’allegoria classica del Sonno dell’Innocenza. Sottoposto a un accurato restauro nei laboratori del museo, il Ritratto del Real Infante Carlo Tito di Borbone di Giuseppe Sanmartino è la riscoperta attorno alla quale la mostra raccoglie opere di varia natura, legate ai giorni che videro la nascita dell’erede al trono del Regno di Napoli. L’esposizione diventa, così, l’occasione per comprendere l’importanza dello storico evento, per analizzare i rapporti dell’artista con la casa reale borbonica, per studiare altre opere finora ignorate e a lui riconducibili e per analizzare i suoi ritratti – genere al quale Sanmartino pur lavorò – di cui restano diverse tracce in opere di alto pregio come il Ritratto di Livia Doria Carafa, Principessa di Roccella, di collezione privata.
Il progetto espositivo, a cura di Valeria Di Fratta e Tiziana Maffei, è stato definito con il contributo scientifico di Rosanna Cioffi, Riccardo Lattuada, Pierluigi Leone de Castris e Anna Maria Rao. Saranno esposti 26 oggetti d’arte provenienti da musei italiani e collezioni private, tra cui opere di prestigiosi artisti del Settecento come Liani, Celebrano, Diano, Fischetti e Batoni, del quale sarà esibita l’Allegoria della morte dei due figli di Ferdinando IV e Maria Carolina, realizzata nel 1780 per commemorare la morte della Principessa Marianna e dello stesso Principe Ereditario Carlo Tito, morto nel 1778.
Una sezione digitale mostrerà opere conservate presso musei esteri, come il Ritratto di Ferdinando IV e la sua famiglia di Franz Linder del Kunsthistorishes Museum di Vienna (ora allo Schloss Hof) o il Ritratto della Regina Maria Carolina con l’Infanta Maria Teresa di Giuseppe Bonito, del Museo Cerralbo di Madrid.
In un ambiente multimediale appositamente allestito sarà possibile osservare in dettaglio particolari ingranditi del Ritratto del Real Infante a confronto con altre opere dello scultore napoletano. Saranno, inoltre, raccontate le tecniche di analisi preventiva eseguite sulla statua dai Dipartimenti di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse, di Scienze Chimiche e Biologia dell’Università Federico II di Napoli, e la metodologia applicata nell’intervento di restauro conservativo effettuato nei laboratori della Reggia di Caserta. L’esposizione accoglierà anche la riproduzione a stampa 3d del manufatto, realizzata dal CeSMA – “Centro Servizi Metrologici e Tecnologici Avanzati” dell’Università Federico II di Napoli con il contributo di Facto 3D.
Il catalogo della mostra, edito da Colonnese e riccamente illustrato, ospiterà, tra gli altri, contributi di Giangiotto Borrelli, Rosanna Cioffi, Almerinda Di Benedetto, Carlo Knight, Riccardo Lattuada, Anna Maria Rao, Charles Beddington, Lucio Tufano.
Fonte news e foto: Reggia di Caserta