Una ricerca svolta in collaborazione tra il Dipartimento di Chimica e Biologia “A. Zambelli” dell’Università di Salerno e l’Istituto di Scienze dell’alimentazione del Cnr di Avellino, su spunti di riflessione a seguito di incontri con il Joint Research Centre della Commissione Europea, ha studiato la proteina spike della variante Omicron del SARS-CoV-2.
In particolare è stato approfondito il suo riconoscimento da parte degli anticorpi sviluppati contro la proteina spike delle precedenti varianti, e l’interazione con il recettore ACE2, la via di ingresso nelle nostre cellule.
Il lavoro mostra come molti anticorpi possono ben riconoscere anche la spike della variante Omicron; ha evidenziato, inoltre, alcune possibili differenze nell’interazione con il recettore, dando una interpretazione della maggiore facilità di trasmissione della variante.
Lo studio ha richiesto la realizzazione di una procedura bioinformatica automatizzata che potrà essere utilizzata analogamente per lo studio di ulteriori varianti.
La prima versione del lavoro è stata depositata su bioRxiv a metà gennaio come preprint. Il 28 luglio è stata pubblicata la versione ufficiale (open access) dell’articolo: “In Silico Analysis of the Effects of Omicron Spike Amino Acid Changes on the Interactions with Human Proteins“, by Nancy D’Arminio, Deborah Giordano, Bernardina Scafuri, Carmen Biancaniello, Mauro Petrillo, Angelo Facchiano, Anna Marabotti, in “Molecules“.
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Fonte news e foto: Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)