Dopo decenni di silenzio istituzionale e dopo la cancellazione nel 2016 della vecchia Legge 401/2000, mai applicata, è stata finalmente approvata la norma che riconosce un primo trattamento economico agli specializzandi biologi e delle altre categorie sanitarie.
Si trattava di una ingiustizia evidente che ignorava che le scuole di specializzazione costituiscono titolo obbligatorio per l’accesso al SSN sia in area pubblica che privata accreditata e che l’accesso e la partecipazione alle stesse configurava oneri rilevanti e talvolta insostenibili per i giovani laureati.
Veniva ignorato il contenuto delle norme dei decreti istitutivi delle scuole e relativi ordinamenti didattici caratterizzato dalla frequenza a tempo pieno e dallo svolgimento diretto e progressivamente crescente di attività professionali direttamente assegnate agli specializzandi, con il contestuale svolgimento di turni di lavoro diurni, festivi e notturni.
Per le medesime attività formative, in forza delle normativa europea a suo tempo prevista, veniva erogato solo ai laureati in medicina il trattamento economico in coerenza con l’impegno a tempo pieno poi esteso a tutti gli altri laureati sanitari senza però alcun riconoscimento.
La norma oggi approvata, grazie all’emendamento a prima firma dell’ on.le Marta Schifone, prevede però un trattamento economico di soli 4.773 euro annui che la stessa presentatrice definisce “iniziale”, in quanto ne dovrà essere necessariamente previsto nei tempi più brevi possibili un incremento che parifichi il trattamento a quello già previsto per i medici.
Un primo passo quindi che i biologi apprezzano e riconoscono come “storico” che consentirà di avviare una vera e propria riforma delle scuole di specializzazione la cui offerta qualificante dovrà essere allargata a nuovi ambiti disciplinari e aperta all’accesso dei professionisti.
Sen. Vincenzo D’Anna
Presidente FNOB