La diagnosi di diabete di “tipo 2“, è risaputo, può modificare completamente l’esistenza comportando la necessità di dover adottare uno stile di vita completamente nuovo. Ma ciò che in molti ignorano è che attraverso la perdita di peso (responsabile della low grade inflamation e della consecutiva resistenza all’insulina) è possibile ridurre il livello di zucchero nel sangue (glucosio) favorendo, così, la gestione clinica del paziente. Attualmente l’assistenza standard per quanti si vedono diagnosticare tale tipo di patologia, è volta nel seguire un programma di educazione al diabete che, secondo i ricercatori dell’Università di Cambridge, ha un basso assorbimento e relativamente piccoli effetti a breve termine.
Da qui la scelta dell’ateneo inglese di trovare una soluzione alternativa e più efficace per fronteggiare la malattia attraverso lo studio GLoW (riduzione del glucosio attraverso la gestione del peso).
Tale studio, finanziato dal National Institute for Health Research (NIHR), valuterà se un programma di gestione del peso è in grado di ottenere un migliore controllo del glucosio ed altri benefici per la salute rispetto alla sola “istruzione” legata alla gestione dell’iperglicemia.
Piccola nota d’orgoglio tutta tricolore: nel loro lavoro, gli scienziati della storica università del Regno Unito potranno fare affidamento sul valido contributo di tre bravi biologi italiani, attualmente impegnati, sotto il coordinamento della dott.ssa Rossella Monticoli (referente in loco dell’Ordine nazionale dei Biologi), nei laboratori del Cambridge Epigenetix e dell’University of Cambridge, nell’ambito di un’iniziativa voluta e promossa dalla consigliera delegata alla Formazione dell’ONB, Claudia Dello Iacovo, per uno stage di sei mesi. Si tratta di Mary Delli Carpini, Felice Amato e Marco Bo. A loro, infatti, è stata assegnata la borsa di studio finanziata dall’Ordine nazionale dei Biololgi, per un’esperienza professionale (e formativa) che gli consentirà di potersi misurare con una delle eccellenze mondiali nel campo della ricerca scientifica. Confidiamo che sul “GloW”, alla fine, ci sarà anche la loro firma!
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