Gli immunonutrizionisti del CEINGE, centro di eccellenza dell’Azienda Ospedaliera Universitaria e della Federico II, insieme ai ricercatori della task force di ateneo per gli Studi sul Microbioma, hanno identificato alterazioni del microbioma intestinale nei piccoli pazienti affetti dalla principale patologia cronica dell’età pediatrica in Italia.
Si tratta del primo studio sul metagenoma intestinale di bambini affetti da allergie. Una svolta che gli studiosi considerano decisiva per la prevenzione e la cura di una delle patologie pediatriche più comuni. Da tempo il gruppo di ricerca guidato da Roberto Berni Canani, responsabile del Programma di Allergologia Pediatrica del Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università “Federico II” di Napoli e direttore del Laboratorio di Immunonutrizione del CEINGE, lavora sull’ipotesi che fattori ambientali, attinenti prevalentemente a dieta e stile di vita, siano in grado di determinare un’influenza negativa sul microbioma intestinale (i miliardi di microrganismi che colonizzano il nostro intestino) e sullo sviluppo e funzioni del sistema immunitario, facilitando così lo sviluppo delle patologie allergiche.
E proprio di recente, in collaborazione con il team di Danilo Ercolini, direttore del Dipartimento di Agraria e Responsabile della task force dell’ateneo federiciano per gli studi sul microbioma, aveva individuato alcune specie batteriche in grado di favorire la comparsa delle allergie, ma erano necessarie ulteriori evidenze sul ruolo di questi microorganismi nell’indurre la malattia. Così, per risolvere l’enigma dell’origine delle allergie gli studiosi hanno utilizzato tecnologie di avanguardia per la prima volta impiegate nello studio di queste patologie.
“Sono molto soddisfatto per i risultati ottenuti e ringrazio di cuore il professor Ercolini e tutti i nostri collaboratori per il grande lavoro svolto in questi anni – afferma il professor Berni Canani -. Abbiamo identificato alterazioni della struttura e delle funzioni del microbioma intestinale in grado di determinare non solo la comparsa di allergie respiratorie o alimentari, ma anche di influenzarne il decorso clinico. Finalmente sarà possibile poter allestire strategie innovative in grado di predire la comparsa ed il decorso delle patologie allergiche, favorire la diagnosi precoce ed aprire la strada ad interventi di prevenzione e terapia più efficaci”.
Le varie forme di allergia possono essere considerate una delle epidemie del XXI secolo: colpiscono circa il 30% della popolazione pediatrica mondiale. In Italia le allergie sono tra le principali patologie croniche dell’infanzia, ne soffrono almeno 25 bambini su 100 e il fenomeno è in costante crescita.
“La percentuale di bambini allergici in Italia negli ultimi 20 anni è più che triplicata – spiega l’esperto –, passando dal 7 al 25%. In Campania la prevalenza delle allergie alimentari in età pediatrica è aumentata di oltre il 40% nell’ultimo decennio. Nello stesso periodo il numero di bambini che hanno richiesto un accesso in Pronto Soccorso per gravi reazioni allergiche è aumentato del 500%”.
“I dati ottenuti nel nostro studio rappresentano un tassello importante verso la conoscenza dell’origine delle patologie allergiche che, nonostante decenni di ricerca scientifica, rimane in gran parte sconosciuta, e permettono di evidenziare l’importanza di fattori ambientali (in primis le abitudini alimentari e lo stile di vita) che agendo negativamente sul microbioma intestinale e sul sistema immune del bambino sono alla base dei drammatici cambiamenti epidemiologici”, conclude Berni Canani.
I risultati delle ricerche sono stati pubblicati sull’ultimo numero della prestigiosa rivista scientifica Nature Communications
Fonte notizia: Alessandra Buono per Ceinge Unina