Gli esami in farmacia sono davvero attendibili? Già l’inchiesta apparsa sul “Corriere della Sera” qualche giorno fa, nella rubrica “Dataroom” a cura di Milena Gabanelli, aveva sollevato più di qualche dubbio. Domenica sera, 2 marzo, il servizio mandato in onda da “Le Iene” a firma di Gaetano Pecoraro, ha evidenziato non poche criticità rilevando che nei test delle farmacie sono presenti margini di errore fino al 200% rispetto agli esami del sangue effettuati in laboratorio. Nel video-inchiesta, della durata di 6 minuti e mezzo, anonimi pazienti si recano in una farmacia per sottoporsi ai cosiddetti esami di routine: il prelievo di una goccia di sangue per la misurazione di valori quali la glicemia, il colesterolo e i trigliceridi. A dispetto delle previsioni dichiarate dal farmacista intervistato, secondo cui il margine di errore era calcolato all’incirca sul 10% (che comunque rappresenta un valore alto!), l’evidenza dei fatti ha invece dimostrato tra gli esami in farmacia e gli esami in laboratorio una discrepanza di gran lunga superiore, fino al 200% e con una spesa che si aggira intorno ai 90 euro. Sul tema è intervenuto Daniele Morelli, direttore della Struttura Complessa Medicina di Laboratorio (Analisi chimico-cliniche) dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano il quale ha spiegato che “gli strumenti della farmacia sono molto compatti, tecnologicamente molto avanzati, però non sono controllati. Nei laboratori di analisi invece la qualità è misurata e controllata. Nella strumentazione utilizzata dalla farmacia non sappiamo nulla della qualità del dato che viene rilasciato”. In pratica è possibile che il dato della farmacia sia rispondente a quello del laboratorio, ma è possibile anche che il dato sia sballato e – come viene mostrato nel video -in maniera macroscopica. Il punto, spiega l’autore del servizio, è che poiché non ci sono norme che obbligano chi usa le strumentazioni della farmacia a tararli e verificarli di continuo, così come invece accade nei laboratori di analisi, qualsiasi risultato esca non è verificato. Le farmacie, secondo il professor Morelli “dovrebbero quindi subire gli stessi controlli dei laboratori di analisi”, ma non essendovi una norma l’errore non viene neanche rilevato. Al contrario l’attendibilità dei laboratori è certificata grazie a una legge molto stringente.